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IN TELEVISIONE
Pubblicità discutibile

Desidero esprimere i miei sentimenti in merito alla pubblicità occulta, e non, da cui siamo bombardati. Ieri ho visto in televisione una scenetta attraente nella quale tre protagonisti, un uomo, una donna e un bambino di forse quattro anni, si apprestavano a fare colazione. Dopo brevi dialoghi il bambino si rivolge all’uomo chiedendo: «Tu mi vuoi bene anche se non sei il mio papà, è vero?». Sono rimasto sconcertato. Viviamo in un tessuto sociale ormai composto da famiglie spezzate ed altre ricostruite. L’interesse per il matrimonio e per la generazione di prole sono diventati quasi tabù, al punto che chi li desidera viene considerato strano e a dir poco scellerato. Io nutro grande rispetto per coloro che sono vittime di questi incidenti famigliari che scaricano gravi fardelli sulle spalle di uomini, donne e bambini i quali devono affrontare situazioni economiche ed emotive veramente difficili; mi rendo conto però che giornali e televisione con fotografie e filmati, alimentano questa insicurezza nella famiglia, proponendo continuamente modelli di insuccesso. Non è così che si acquisiscono stabilità e salute psichica, felicità e apprezzamento per la vita e per il prossimo. Spero che la voce di molti possa sollevarsi verso questa vergognosa tendenza.

PUBBLICITA’ TELEVISIVA
Ma di quale scandalo?

Mi chiedo perché si devono trovare sempre messaggi «vergognosi», come li definisce il signor Maldarizzi con la sua lettera pubblicata il 2 u.s., o negativi nelle pubblicità televisive. Nella scenetta da lui descritta si vedono sì una donna, un uomo ed un bambino seduti a tavola che si godono un piatto di pasta, ma l’uomo non è l’amante della mamma come alcuni possono pensare dalla domanda del piccolino, ma bensì il fratello, cioè lo zio del bambino che sì è fermato a pranzo, il papà sarà sicuramente al lavoro e quando tornerà a casa troverà ad accoglierlo una moglie premurosa ed un figlio che gli racconterà come è riuscito, con una semplice domanda, a sottrarre il piatto di pasta allo zio. Non è meglio vederla così la scenetta? Non è meglio usare un po’ di fantasia? Qualche tempo fa fu pubblicata anche una lettera che criticava un altro spot e precisamente quello che pubblicizza un deodorante per bagni. L’estensore della lettera si scandalizzava perché la scena mostrava un bimbo seduto sulla tazza nel momento del suo bisognino. Ma di quale scandalo parlava! Era una scenetta dolcissima per chi è stato padre o nonno (come lo sono io) immaginare il proprio piccolino al posto del «protagonista». Io non ci ho mai visto nulla di scandaloso. Sono ben altre le trasmissioni vergognose che non lasciano spazio alla fantasia, che non permettono di immaginare nulla ma buttano la realtà nuda e cruda in faccia al telespettatore. Perciò guardiamo con occhio meno severo certi spot pubblicitari e se ce n'è qualcuno che troviamo poco educativo usiamo la fantasia e raccontiamo ai piccoli, che magari ci siedono accanto la trama della scenetta in modo diverso. ELIO PALVARINI