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Kossovo

In occasione della guerra in Kossovo e del grande movimento di solidarietà messo in atto per soccorrere la popolazione, sono rimasto meravigliato dalle tante e diverse espressioni di partecipazione. Più o meno tutti ci siamo sentiti coinvolti.

Basandomi su criteri che io stesso ho dovuto adottare in seno alla mia famiglia per determinare in che modo e in quale misura portare il nostro contributo, ho riflettuto sul seguente tema:

"Come possiamo misurare la nostra generosità?"

Prendo ad esempio il cappotto :"L'ho voluto donare perché in ogni caso me ne sarei disfatto? L'ho fatto privandomi di una comodità in più? Oppure, separandomene, mi sono messo in condizioni di condividere anche la battaglia contro il freddo?"

A cosa siamo disposti a rinunciare per aiutare chi è nel bisogno? Quanto denaro è veramente necessario per farci vivere dignitosamente?

Possiamo fare uso egoistico del nostro tempo, delle nostre capacità, delle nostre conoscenze?

Se crediamo in Cristo ed aspiriamo all'adempimento completo delle Sue promesse, alla luce di questi beni materiali, come applichiamo il comandamento

"Ama il prossimo come te stesso"?

In una dichiarazione del Salvatore, registrata in Dottrina e Alleanze 49:19-20, c'è scritto:

"Poiché ecco, le bestie dei campi e gli uccelli dell'aria, e tutto ciò che viene dalla terra è ordinato per l'uso dell'uomo, per cibo e per veste, e perché possa averli in abbondanza.

Ma non è dato che un uomo possieda ciò che appartiene ad un altro, ed è per questo che il mondo giace nel peccato".

"Poiché la terra è piena e contiene a sufficienza ed anche troppo; sì Io ho preparato ogni cosa ed ho accordato ai figli degli uomini la loro libertà di agire da sé. Se dunque un uomo trae profitto dall'abbondanza che Ho creato e non impartisce la sua porzione, secondo la legge del mio vangelo, ai poveri ed ai bisognosi, egli leverà i suoi occhi in inferno con i malvagi, in preda ai tormenti" (DeA104:17-18)