informor

l'idiota, il condannato e il valore del tempo

"L'idiota" era in teatro (scritto da Fedor Dostoievski); "il condannato" era a Parigi e doveva essere ghigliottinato (gli rimanevano solo cinque minuti); "il tempo" è un bene, appannaggio di tutti.

Nel poco tempo che lo separava dalla morte il condannato organizzo con necessaria lucidità due minuti per i familiari, due minuti per se stesso e un altro minuto per prepararsi. I minuti, se pur composti da sessanta secondi, gli sembrarono lunghi un'eternità.

Mi ricollego ora ad una vecchia canzone, di almeno trentacinque anni fa, cantata da un francese. Il condannato aveva allora tre minuti. Egli rivide tutta la sua vita "come se fosse un film", tornando alla gioventù e poi a tutti gli episodi e le persone che gli erano stati cari.

La visita a teatro e il richiamo alla memoria della canzone hanno trovato terreno fertile nella mia mente, perché proprio nello stesso periodo, giocando col mio figlio più piccolo e in tutte le relazioni con i membri della mia famiglia, continuavo a dirmi: "utilizza bene questo tempo perché non si ripeterà".

Quante volte ci capita di sprecare il nostro tempo?

E se invece di litigare con il coniuge si pensasse che quel momento non tornerà e che sarebbe molto meglio lasciare nella memoria espressioni d'amore piuttosto che di violenza? E se invece di ignorare o  allontanare un figlio che ci chiede attenzione considerassimo  che quel tempo "non tornerà più" e lasciassimo le nostre attività per dedicarci a lui.. cosa perderemmo? Cosa guadagneremmo?

Approfittiamo delle meravigliose occasioni concesseci dal nostro limitato tempo.