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il pentimento

Che importanza ha saper dire "ho sbagliato"?

Possiamo mascherare un errore irrigidendoci sulla nostra posizione e costruendo una barriera di falsità per giustificarci. Il risultato è la perdita di fiducia che gli altri hanno nei nostri confronti e l'affievolimento dell'autostima perché a noi stessi non possiamo mentire.

Quale atto di grande umiltà, di coraggio, di sincerità è invece il riconoscimento del proprio errore, sopratutto quando altre persone sono coinvolte.

Questo atteggiamento è una chiave per un progresso veloce che ci libera dalle zavorre di una vita interiormente infelice e socialmente inadeguata. E' una dimostrazione di credibilità specie se occupiamo posizioni di guida o di alta collaborazione come dirigenti, genitori e coniugi.

Riflettere sul proprio operato e dire "scusami, ho sbagliato" o "perdonami" produce un grande impatto su noi stessi e su chi ci ascolta e può salvare un rapporto (coniugale, filiale, di dipendenza etc.).

Molti matrimoni falliscono per l'orgoglio. Molti colloqui si interrompono o risultano vani quando uno o più interlocutori partono dal presupposto: "io ho ragione e tu hai torto" evitando di ascoltare veramente, di capire le motivazioni degli altri.

In religione questo processo si chiama "pentimento" e prevede l'intelligenza di riconoscere l'errore, l'umiltà di ammetterlo, la disposizione a pagarne le conseguenze, a restituire il maltolto o riparare quanto leso; la determinazione di con commetterlo più.