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priorità

Un giovane di mia conoscenza dopo aver concordato un appuntamento, mi ha raggiunto a casa e appena seduto ha detto: “sono venuto a parlarti da cittadino ad agente di polizia”

Alla fine della lunga conversazione ha esclamato”però mi hai parlato da vescovo a –pecorella-“. “Certo”, gli ho replicato io, “prima di essere poliziotto sono vescovo e prima ancora di essere tale, sono una persona”.

Questa è una scala di valori imprescindibile, se vogliamo naturale.

Spero di aver dato qualche buon consiglio al mio amico.

Le priorità della vita dipendono da tanti fattori come circostanze di luogo e di tempo, responsabilità, stato sociale e così via. Vorrei però maggiormente soffermarmi su quelle che dovrebbero caratterizzare un cristiano.

Sicuramente al primo posto metterei la persona, la cura di se stessa e del rapporto intimo con Dio, partendo dal presupposto che per fare il bene, bisogna stare bene e che per dare bisogna avere. Non è una forma di egoismo, ma di preservazione e di accumulo di energie.

Messo a posto me stesso sono in grado di amare il prossimo come amo me stesso. Il mio prossimo più prossimo è il mio coniuge, poi vengono i figli, i miei genitori e il resto della famiglia.

Sembrerebbe che le 24 ore giornaliere vadano ad esaurimento con un’impostazione così concentrata, eppure nel tempo rimanente c’è ancora spazio per la chiesa ed i suoi membri, perché il Signore ha fatto esplicita richiesta di questo servizio.

Se qualche residuo lo consentisse sarei poi impegnato come buon vicino e membro della comunità locale.

Sono consapevole che si tratta di un progetto ambizioso e di non facile applicazione, ma non ho citato un ingrediente fondamentale che si chiama “equilibrio”, o se vogliamo, “saggezza”. Le esagerazioni fanno sempre male, l’appiattimento rende tiepidi e un po’ spenti.

La gioia non è da trascurare perché è lo scopo per il quale siamo stati creati. Quindi devo miscelare bene necessità, interessi e sentimenti. E’ chiaro che, come diceva Gesù, se un animale cade nel pozzo di domenica, non posso dire “oggi non lavoro, lo salverò domani”. In quel caso l’urgenza determina un momentaneo ribaltamento dell’ordine dei valori, basta poi non fare dell’eccezione una

regola e ripristinare l’ordine semplice, elegante e precostituito non appena possibile.

Cosa dire del lavoro. Il lavoro è il mezzo attraverso il quale tutto il resto può avere luogo. Devo ricordarmi che lavoro per vivere e non vivo per lavorare, che guadagno per benedire la mia famiglia e il mio tempo con essa e non per affidarla a qualcun altro.

Di recente ho “scortato” mio suocero presso un rivenditore che gli aveva affibbiato un prodotto scadente: Ero teso e pronto ad eventuali reazioni che mi avrebbero indotto a fare appello alla legge. Per fortuna il commerciante è stato consenziente, ha riconosciuto il difetto della merce e l’ha cambiata. Ma ciò che maggiormente mi ha meravigliato è stato l’atteggiamento di mio suocero, che pur con fermezza è stato gentile e di buon umore, al punto che il saluto finale è stato estremamente cordiale.