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I messaggeri di Dio,
quegli individui che Egli manda (spesso dalla Sua personale presenza
nei mondi eterni) per portare i Suoi messaggi (Luca 1:11-38); per
servire i Suoi figli (Atti 10:1-8, 30-32); per insegnare loro le
dottrine di salvezza (Mosia 3); per chiamarli al pentimento (Moroni
7:31); per conferire loro il sacerdozio e le chiavi (D&A 13;
128:20-21); per salvarli in circostanze pericolose (1 Nefi 3:29-31;
Daniele 6:22); per guidarli nello svolgimento del Suo lavoro (Genesi
24:7); per radunare i Suoi eletti negli ultimi giorni (Matteo 4:21);
per eseguire tutte le funzioni relative al Suo lavoro (Moroni
7:29-33) – tali messaggeri sono chiamati angeli.
Questi messaggeri,
agenti, angeli dell’Altissimo, sono scelti fra la Sua posterità e
stanno essi stessi spingendosi innanzi nel percorso di progresso e
salvezza, ognuno nella sua propria sfera. Servono il Signore come
angeli, questi differenti tipi di esseri:
- Spiriti
preesistenti. Prima che gli uomini fossero posti su questa
terra, ci fu una guerra in cielo. “Michele e i suoi angeli
combatterono contro il dragone; e il dragone e i suoi angeli
combatterono” (Apo 12:7). Gli angeli qui coinvolti erano figli
di spirito del Padre. L’angelo che apparve ad Adamo, il primo
uomo, e gli chiese perché egli offrisse sacrifici, fu
probabilmente uno di quegli spiriti della preesistenza (Mosè
5:6-8), perché nessun angelo serve su questa terra se non coloro
che ad essa appartengono (D&A 130:5), e prima di quel tempo
nessuno era stato traslato o risorto.
- Esseri
traslati. Molte persone giuste dei primi giorni della storia
della terra, furono traslate (Versione ispirata Gen 14:26-36).
Fra questi, Enoc e l’intera città di Sion (Mosè 7:18-69). Questi
personaggi traslati divennero “angeli ministranti su
molti pianeti” (Teachings p. 170). Senza dubbio molti
angeli che servirono gli uomini giusti nei tempi antichi, erano
esseri traslati. I tre nefiti, dopo la loro traslazione,
divennero “come angeli di dio” (3 Nefi 28:30), ed hanno
continuato a servire e ad apparire agli uomini mortali di tanto
in tanto. Giovanni il rivelatore ministrò come essere traslato
al Profeta e ad Oliver Cowdery in concomitanza con la
restaurazione del Sacerdozio di Melchisedec (D&A 7; 27:12-13).
E’ possibile che anche Paolo avesse in mente esseri traslati
quando disse che “alcuni hanno ospitato degli angeli senza
saperlo” (Ebrei 13:2).
- Spiriti di
uomini giusti resi perfetti. Parte delle “innumerevoli
compagnie di angeli nei luoghi celesti” sono “spiriti di
uomini giusti resi perfetti” (D&A 76: 66-69; Ebrei 12:22-24).
Questi sono gli spiriti di uomini che hanno conquistato la loro
salvezza, ma sono in attesa del giorno della resurrezione (D&A
129).
- Personaggi
risorti. Dall’elevazione di nostro Signore dalla tomba si
registrano molte occasioni di servizio da parte di angeli
risorti (Matteo 27:52-53; Helaman 14:25). Questi angeli dotati
di corpo di carne ed ossa (D&A 129) hanno svolto un ruolo
indispensabile nella restaurazione del vangelo. Pietro, Giacomo
e Giovanni (D&A 27:12-13; 128:20), Giovanni Battista (D&A 13),
Moroni, Michele, Gabriele, Raffaele (D&A 128:20-21), Mosè,
Eliseo ed Elia (D&A 110:11-16; 133:54-55), tutti vennero sulla
terra come personaggi risorti per conferire di nuovo agli uomini
le loro chiavi, poteri ed autorità. Mosè ed Elia, che in primo
luogo erano stati traslati “furono con Cristo nella Sua
risurrezione” (D&A 133:55). Di questi angeli e di altri di
simile rettitudine, la rivelazione dice:” Allora gli angeli
saranno coronati di gloria della Sua potenza e i santi saranno
riempiti della Sua gloria e riceveranno la loro eredità e
saranno resi uguali a Lui” (D&A 88:107), intendendo che questi
santi e angeli degni riceveranno l’esaltazione. Essi saranno
dei. Ma, quegli angeli che non osservarono la pienezza delle
leggi del vangelo, dopo la loro risurrezione, continueranno ad
essere “angeli di Dio per sempre ed in eterno”. Essi saranno
“angeli ministranti, per servire coloro che saranno degni di un
ben maggiore peso di gloria eterna” (D&A 132:16-17).
- Uomini
mortali giusti. Nelle rivelazioni, anche alcuni uomini
mortali giusti sono denominati angeli. La versione di Re
Giacomo dà un resoconto di “due angeli” che salvano Lot da
Sodoma. Nel racconto, questi angeli sono chiamati “uomini” e
così li consideravano gli abitanti di Sodoma (Genesi 19). La
Versione Ispirata afferma invece che si trattava di “tre angeli”
e che questi “angeli di Dio” erano in realtà “uomini santi”
(Versione Ispirata Genesi 19). Anche nella versione di Re
Giacomo si menzionano le parole del Signore che dice “Scrivi
all’angelo della chiesa di Efeso” (Apo 2:1), destinando il
messaggio scritto al vescovo o all’anziano presiedente,
designando tale individuo come un angelo (Apo 2:8, 12,18;
3:1,7,14). Nella Versione Ispirata questo inconsueto uso della
parola angelo viene sostituito in modo da leggere “Scrivi al
servitore della chiesa di Efeso” (Versione Ispirata, Apo
2:1,8,12,18; 3:1,7,14). Questa espressione è più consona con il
modo in cui usiamo le parole oggi.
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